LA REGIONE DEGLI ARCHETIPI

" Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico".

C.G. JUNG

lunedì 5 novembre 2018

I Segni dello Zodiaco e l'arte di creare



I segni e l’arte di creare


Noi siamo tutto lo Zodiaco…




C’era una volta, tanto tempo fa, un tavolo di vetro fissato sulle nuvole. I Dodici, seduti intorno, discutevano con brio sui talenti e su chi di loro fosse il padre delle arti e di ogni creazione...






-Sono io! - disse l’Ariete, il primo a proferir parola - Sono io! E lo sapete. IO. Il primo in tutto. Voi, miei cari, potete creare quel che io ho già creato. Io sono il Profeta! Fratelli mie, siete in gara, è vero, ma per il secondo posto. Sono io la vita, il principio di ogni cosa. L’arte è mia. Come ogni cosa. Ogni vostra meta è il mio passato. Ogni vostro sapere io già lo so. Se qualcuno avesse dubbi sul mio primato si faccia avanti, che gli lancio adesso la mia sfida.



-Ma dai! - gridò il Toro - E le forme? E i colori? E la voluttuosità del gesto? E, soprattutto, hai mai finito un gesto? Hai mai dato sostanza all'intuizione? Io sì! E piace a me perché è perfetto: come natura vuole. Sono io la sostanza. Senza il mio tocco non c’è immagine e non c’è contenuto. L’opulenza e la vastità compiono un miracolo in me. Com-prendo e sono bello. Io trattengo, contengo e nutro, e con me canta tutto il creato.  Sono forte e sono saldo. Se l’arte ha un padre: eccolo qui. Si chiama IL TORO.



-Dite, dite, dite, ma che dite? – veloci come il vento si intromisero i Gemelli -  Sapete che di là, dall’altra parte, esiste lo spazio? Avete idea di che cosa sto parlando? Ma certo che no. Lo spazio è riempito da altri esseri, come voi. Sapete? Vi stanno intorno e vi vogliono capire. E che dite, voi, agli altri? Cosa potreste comprendere mai, voi, dagli altri? Senza trasmissione non c’è arte, senza comunicazione non si crea. Chi è? Chi sei? Se non ti giri e tocchi non sei nessuno. Siamo io e mio fratello, il prima e il dopo, e l’arte è nostra. La tiriamo dal dentro e la manifestiamo fuori. Eccoci! Noi incontriamo tutti: li conosciamo! Ci vedono e li vediamo. Cosa avete da dire adesso, voi, poveri solisti? Forse, è vero, noi non siamo l’arte. Forse è giusto quel che dite, forse… ma senza il pensiero non si scopre, e solo chi pensa esiste e crea …e noi parliamo e muoviamo il tedio e formiamo l’idea…ma, che sto dicendo? Tanto non mi capite. O sì? Siamo noi la spuma mistica della creazione e dopo noi nessuno può…



-Cari Gemelli - con dolcezza e garbo li zittì il Granchio -. Sono certo che avreste da dire per ore e giorni interi. Che dio sia lodato! Mi piace quel che dite e vi adoro, e amo tutti voi, figli miei. Mi emoziona far parte di sì belle creature e mi permetto di dirvi che, mio malgrado, senza la mia acqua nulla vi è concesso. I miracoli, proprio quelli, io li faccio con la semplice visione. Creo col ricordo e col desiderio. E annaffio ovunque: qualunque cosa. Proteggo il nuovo, proteggo le radici e proteggetemi voi come se fossi io stesso un cimelio. Sono perla rara. Sono io la sorgente di ogni arte e di ogni mistero. Sono la mamma, e tutto genero.



-Vabè - proruppe il Leone - devo ancor sentire "chiacchiere"? L’arte è manifestazione, l’arte è gloria! L’arte è la carezza che può graffiare. L’arte è esibizione. Piangete, chiacchierate, fate da soli, voi, miei sudditi diletti, intanto io mi esibisco e mi prendo gli applausi. È sia! Ditelo a tutti! Adesso ci sono io e io vi porto avanti, con me, dietro di me. È mia la stella che emana l’arte. Alzatevi in piedi! Osanna a me! … Arrossisce il buio se io lo tocco.



-Perdonatemi - disse piano piano la Vergine -. Io non vorrei far parte di queste discussioni. Ci sono mille cose da fare e voi come scolaretti indisciplinati esaltate i vostri piccoli talenti. E poi? Cosa ci fate? Vi ho già visto, tutti “capetti”, a dettar lezioni. E poi? Non vorrei essere indiscreta, ma vi siete mai chiesti che cosa ci fate coi vostri sforzi? Alla fine è da me che venite a bussare! E lo sapete tutti. Metodo, tecnica, ordine, organizzazione. Dettaglio! Senso e progettazione... Vomitate, vomitate parole, miei cari. Mi sembrate tutti malati e bizzarri.  E senza me siete inservibili. Parlate di altro, che l’arte è mia. Senza me siete “caos senza confine”, “energia senza direzione”. Scusate l’appunto…Pardon.



-Finalmente tocca a me! – si schiarì la voce la Bilancia - Noto con vero piacere che siamo proprio una bella squadra. Con voi mi sento migliore. Con voi mi sento sicura. Grazie! Beh, adesso vi spiego l’arte. Mi compiaccio del vostro dire, giusto, saggio e sincero, ma: ”l’altro” – cioè chi ci guarda - non solo esiste, ma è diverso da noi! Non basta fare, trasferire, emozionare, colorare, iniziare, progettare, no! Ci vuole di più. L’altro deve gustare e apprezzare. Il buon gusto viaggia fra te e il mondo intorno. Si trova al centro! E tu, lo sai fare? Sono io che mi specchio nell’altro e mi muovo come il vento. Circondo, affascino e intorno volteggio. E so cambiare. Guardo tutto e mi ficco nel mezzo. In ogni parte lascio il mio buon odore. La classe, fratelli miei, è il mio talento. E senza classe nessuna opera è degna dell’arte.



Ci fu silenzio… la Bilancia aveva proprio convinto tutti. Era lei l’Arte. Invece, da dietro, un po’ in disparte, qualcuno cominciò a ridere, piano piano, poi più forte…



-Poveri surrogati e poveri voi: eguali in ogni cosa. Fotocopie ordinate di ordinati stipetti. Poveri voi, o morti! Avete mai toccato l’estasi? Sapete cos'è, l’estasi? Senz’acqua tutto muore e solo il Granchio mi può capire. Create voi, create. Ma cosa create? Siete sterili e gracili. Identici e corali. Chi di voi più di me sigilla l’opera in ogni cuore? Chi di voi più di me osa ed esaspera ogni potere…chi di voi conosce l’arte di essere immortale? Chi di voi muore e ritorna? Chi di voi ghermisce suo padre e spacca il marmo a mani nude, anche se non si può fare? Quel che io sfioro diventa cicatrice e trofeo dei tempi. Sono io, Lo Scorpione, il signore indiscusso di tutti i talenti.



-Bravo! E bravi tutti voi. Che spettacolo che ho visto! – sbottò ridendo il Sagittario - Siete fantastici e superbi. E…che dire: iniziare è fantastico e il buon gusto è necessario. L’acqua è indispensabile e sia la forza che l’impeto nel programmare servono tanto. Mi compiaccio, miei cari. Bravi! Ma chi vi ha visto? Forse l’altro. Forse chi vi sta vicino vicino. È questa l’arte? L’arte di un padre che dice al figlio che il disegnino è fatto bene? No, miei cari. L’arte è invasione, inondazione in ogni luogo. L’arte è esserci, ovunque. Espandersi. Oltre ogni spazio immaginabile. L’arte è oltre la manifestazione. L’arte è il mondo che trova guscio in un solo istante. E io, il Sagittario, sono ovunque, oltre ogni confine. Io esalto, esagero e insegno ad insegnare. Chi è l’artista se non fa viaggiare altrove? Io regalo l’espansione e guardo lontano, e ovunque ci porto chiunque. Creo l’arte dei livelli superiori. Puntatemi i fari, ora, e applauditemi mentre vi faccio l’inchino.



-Adesso basta! Fate silenzio! – alzò la voce il Capricorno - E da un po’ che ascolto e sarò breve. Fate, fate…ma che fate? Dite, dite, ma che dite? Espandete, create, immaginate, colorate, cantate, ma che fate? Sono io che faccio! Sono io che creo il contenuto. Dove sto io tutto è reale, e invece, voi, fate solo rumore. Adesso basta! Non lo ripeto. Io realizzo, materializzo e i vostri sogni li porto qui. Sono l’altissimo, e sono il Capricorno. Solo chi concretizza può presentare l’arte al mondo intero; tutti voi fate innocenti e fumose capriole. A me non serve neanche resuscitare. Io resto eterno, stabile, necessario; e sono il solo che lo può fare.



-Amici, amici, sorry, non vorrei spoilerare, ma un feedback ve lo voglio lasciare. Vi ascolto e capisco che il vostro mondo è quello di ieri. L’arte, come dite voi, non è il sogno di un solo creatore, ma c'è arte se tutti i vivi coesistono nel creare. Tutt’intorno c’è l’arte. Ve lo immaginate tutti insieme dove si può arrivare? Sono io, sono io…sapete dire solo “io”! Venite con me che in pochi secondi vi presento i mondi nuovi: l’arte come mai avreste potuto immaginare. Atomi che danzano, frequenze che colorano le frasi. Lo so, non mi capite. Ma vi aspetto volentieri mentre guardate indietro: vi aspetto con gioia, perchè lo stare insieme è “arte speciale”. In mezzo a tutti creo e, in tutti e con tutti,  mi genero. Ove guardo sorgono eventi inversi e nuovi corsi. Vedo il futuro, sono davanti al primo e condivido ideali freschi e nuovi. Sono diverso. Oltre la conformità appaio: io sono vibrazione. E l’arte è vibrazione. I’m your man, baby. The only one. Aquarius docet.


A quel punto sembrò si alzasse un coro, come una preghiera antica. Erano i Pesci che dritti in piedi cominciarono a parlare.

- Vi comprendo fratelli, e vi benedico. Sono l’ultimo di voi e per ultimo trattatemi. Siete voi l’arte, tutti voi. Voi siete i talenti e voi siete il miracolo. Abbracciamoci e facciamo festa. Beviamo vino. Balliamo. Alzatevi, venite da me: ultimo, perché da lì sono ritornato. Potessi esser voi, sarei felice. Invece, dal mio ovunque, vi guardo, vi penso, e creo i vostri gesti, creo ogni vostro sguardo. E adesso mi specchio e sogno mentre dico a me, con le vostre voci, che ogni parte è un talento. Perché siete l’arte, voi, che da ovunque si emana e ovunque ritorna. Siete voi lo spazio intorno e io vi contengo. Mi appartenete e vi appartengo. Sono io qualunque cosa e solo grazie a voi gioco alla vita. Siete l’arte, voi, e io rendo degno il sogno.


Al sentir le parole dei Pesci gli altri si alzarono e fecero un applauso …e in quel momento sembrò che ad applaudire ci fosse solo uno.

Intorno al tavolo di vetro di quei Dodici ne era rimasto solo uno. Era solo uno! ma era tutt’intorno. Come faceva io non lo so. E applaudiva.