LA REGIONE DEGLI ARCHETIPI

" Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico".

C.G. JUNG

martedì 16 agosto 2016

Leonardo e lo Zodiaco


Cominciamo col conoscere gli attori del nostro palcoscenico celeste. I Segni Zodiacali.

Facciamo una zoommata su tutti. Ad uno a uno. Facciamolo in modo speciale. Piuttosto che essere io ad indicarvi le caratteristiche di ogni segno dello Zodiaco, mi permetterò di lasciare che se ne occupi un maestro che ha lasciato una’impronta importantissima, unica, nella storia del nostro pianeta. Forse, in questo caso, tocchiamo il massimo dei livelli raggiungibili. Sarà Leonardo a raccontarci le qualità dei segni. Proprio quel Leonardo, da Vinci… non sarò io ad aprire le danze, sarà Leonardo.


                                  




Tutti conosciamo le opere di Leonardo. Tutti conosciamo il Cenacolo. La rappresentazione dell’ultima cena.
Gesù nel centro, i dodici apostoli intorno. Dodici, come i Segni Zodiacali.

Ma cerchiamo di scoprire cosa voleva raccontarci Leonardo con questa opera. Osserviamola…

Leonardo scriveva da destra a sinistra, come tutte le lingue sacre, al contrario del nostro modo di scrivere… quindi, leggiamo l’opera, facciamolo come farebbe lui, da destra a sinistra.




                               


Il primo apostolo, Simeone, lo zelota, popolo di combattenti, guardate il viso, le mani. Viso arietino, indubbiamente. Con le mani accenna un movimento, come se stesse lanciando qualcosa. È un primo inizio, come l’Ariete, che comincia le cose, in continuo. È un continuo cominciare qualcosa. Il segno dell’attività. Delle partenze per qualsiasi obiettivo o scopo…


                                                          



Dopo di lui, il secondo apostolo, Taddeo, ha un viso “forte” - collo, labbra - si oppone a tutti gli altri, da le spalle alla scena, ferma l’azione di inizio del primo. Sembra che si prenda quell’energia iniziale e la trattenga, per sé. Come il Toro. Che accumula. Usa l’energia per godere, per avere. Tendenzialmente fermo sulle sue convinzioni. Il viso, grande, decisamente taurino.


                                                        



E poi è la volta del terzo. Matteo. Giovane, anzi, sembra un ragazzino. Guarda i primi, ma le sue braccia indicano il resto della scena. Lui guarda da una parte ma indica l’altra. È in movimento. Giovane e in movimento, come i Gemelli. Un oratore che gesticola.  






Notiamo che qui Leonardo stacca la scena. L’intera opera è caratterizzata da gruppi di tre apostoli e Gesù nel centro. Gruppi di tre, come tre sono le caratteristiche dei Segni Zodiacali. Cardinali, fissi e mobili. Leonardo è stato chiaro e preciso. Leonardo sapeva.



Andiamo avanti.



Il Cancro, il quarto. Filippo. Viso femminile, espressione triste, leggermente chinato. Porta le mani verso il petto, come a implodere l’energia, tenerla dentro. Come fa il Cancro, con la sua meravigliosa malinconia, la sua estasi. Il suo dolore. È stupendo notare che Leonardo pone il quarto apostolo, il Cancro, nel punto più alto dell’opera, è quello più in alto di tutti…come il Sole nel Solstizio d’estate, il 21 Giugno, nel segno del Cancro.





Dopo abbiamo un apostolo col viso sicuramente leonino. Giacomo Maggiore. Che criniera! Braccia aperte, riempie lo spazio. Si espande. Sembra proteggere gli altri dietro. Come farebbe un Leone. Coraggiosi e fieri, teatrali, esagerati e forti.





Dietro, quasi nascosto, con quel dito che “puntualizza” qualcosa, volgendosi direttamente a Gesù, appare un personaggio che identifica perfettamente la timida Vergine. Precisa, che puntualizza, che non ama i grandi palcoscenici. Che lavora bene dietro le quinte. È Tommaso. Che se non tocca non crede.





Altro stacco di scena. Cristo, che rappresenta il Sole, osservate le mani, una volta in su l’altra volta in giù…cielo e terra.






Adesso il punto di osservazione è opposto al precedente. È quasi un andare e venire di punti di vista. Da destra e da sinistra.


Sembra che accanto a Gesù ci sia una donna. Giovanni, il prediletto. Leonardo era geniale. Quella è la Bilancia, la bellezza delle forme. Notate l’oscillazione del capo, classico sintomo della Bilancia: oscillare, non decidere. Le mani chiuse come un piatto, è la forma più bella del quadro. Sembra proprio una donna.





Spostato rispetto a tutti, da un altro punto di vista, che guarda diritto a Gesù, lo Scorpione, l’apostolo Giuda. Con una mano tiene la “borsa”, il denaro, il potere, con l’altra quasi a pinza, tende verso il pane. Sembra che dietro ci sia una terza mano con un coltello. O Leonardo è impazzito, dato che per proporzione quella mano non può essere di nessuno. Parliamo del genio delle proporzioni, ricordiamocelo. Oppure quella è il pungiglione del Plutonico Scorpione. Messo in disparte. Nel suo mondo privato.





Poi abbiamo Pietro, l’apostolo che fa un balzo in avanti. Va lontano dal suo posto. Come il Sagittario. Guardate la postura. La mano, che sembra la freccia del simbolo del Sagittario. Chi ha sempre qualcosa di importante da dire. Chi si sposta. Chi sa. Chi tende ad andare nel passato per portare tutti nel futuro...






Vediamo ancora una volta che vengono specificate le caratteristiche dei segni: cardinale, che comincia qualcosa. Fisso, la staticità. Mobile, il movimento, la trasformazione.

Uno oscilla, l’altro è fermo e osserva, l’altro sobbalza, si muove.


Adesso è la volta del Capricorno. Andrea. Leonardo dipinge un viso vecchio. Fermo, seduto. Con le mani che indicano “chi sta in disparte”, chi non c’entra niente. E’ statico, isolato. Come desidera il Capricorno.






Poi c’è l’Acquario, più giovane, Giacomo Minore, che con le mani tocca i due precedenti, condividendo con tutti la sua emozione. Gesù sta dicendo che qualcuno di loro lo tradirà. La rivelazione è scioccante. L’apostolo dice qualcosa, richiama l’attenzione – richiamare l’attenzione: l’arte preferita dell’Acquario.





Unico ad essere in piedi, Bartolomeo, che completa e finisce la scena, è il segno dei Pesci. Il segno simbolico dei piedi. Sembra che guardi qualcos’altro. Sembra che non sia colpito dall’evento. Ascolta nella sua indifferenza... Forse il mondo è altrove, come pensano i distrattissimi Pesci…






L’opera è arricchita da angoli e movimenti. Come gli angoli e i movimenti che si susseguono nel cielo.

Leonardo ha raccontato al mondo quali sono le dodici caratteristiche fondamentali dell’uomo. E lo ha fatto a modo suo. In un modo geniale.