LA REGIONE DEGLI ARCHETIPI

" Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico".

C.G. JUNG

martedì 10 ottobre 2017

Due righe...

Due chiacchiere con “Mariè, se stanotte russo…” di Ernesto Berretti



Leggere tanto o non leggere per niente. Questo è il dilemma.

Visto dall’altra parte della barricata si potrebbe dire: esiste qualcosa che possa essere fruibile per i lettori incalliti e per i non lettori dichiarati?



È possibile far toccare mondi apparentemente distanti?

Oggi è un grande giorno. Ho scoperto che ci sono autori che provano a legare il pianeta dei lettori con quello di chi non legge neanche i citofoni. Certo, non è roba per tutti. Per far leggere chi non legge ci vuole talento. E per far legger qualcosa a chi legge per culto bisogna scrivere opere forti e senza ghirigori. Sembra proprio che gli ingredienti primari per coinvolgere tutti alla lettura siano la semplicità e il talento. Ed è indispensabile essere avanti.

Avanti, infatti, è il libro che mi è capitato tra le mani. Una prima stesura che in maniera prepotente si inscrive al club dei testi che invertono la marcia. Ebbene sì, Mariè, se stanotte russo è un testo che merita attenzione in quanto ha l’ambizione di afferrare e catapultare nel mondo della lettura proprio chi di “lettura” non ne vuole sapere.

Mariè, se stanotte russo è un reality precursore dei programmi che fra vent’anni vedremo in TV. Una famiglia come mille. Un punto di vista in armonia fra la felicità del nido e l’amabile rassegnazione del ruolo di padre. Un marito un po’ troppo figlio e un capo famiglia troppo moderno per ostentare i profili della mascolinità primitiva di un tempo. Una camera fissa sui giorni e le facce: normali.Tanto normali da raccontare gli archetipi umani in nuce, senza veli o aberranti finzioni.





Semplicità, freschezza, l’intuito dell’autore che sfuma fra le righe i ritmi e le tendenze future. Tutto qui. Mariè, se stanotte russo è tutto ciò.

Coinvolge chi è allergico ai saggi e chi soffre di coliche da libri d’autore. Coinvolge chi conosce a memoria i cori da stadio o la novena del Maggio Mariano. Coinvolge chi da poco ha scoperto l’alfabeto  e chi legge solo in ebraico o tomi in lingue sapienziali. Coinvolge chiunque ne venga a contatto.

È avanti anni luce. Ne sangue né paroloni. Nessun groviglio e nessun effetto dell’ultimo rigo. Solo deliziosa compagnia. Emotività, chiarezza. Le labbra del lettore disegneranno d’istinto un sorriso, rigo dopo rigo, pagina dopo pagina. Provare per credere. 

Nessuno vince e nessuno perde. Nessun istante è straordinario, ma si coglie la meraviglia in ogni istante. Appassiona gli anziani per le scene che raccontano le dinamiche di un nido di oggi. Appassiona i padri e le madri, i mariti e le mogli, che proiettandosi nelle imprese dell’esuberante protagonista impareranno ad apprezzare la normalità, gustando meglio i sapori - che ai distratti, spesso, appaiono velati.

Ma il vero miracolo che compie questo libro è l’esser nato per chi di lettura non vive. È il collante perfetto fra “non ho mai letto” e “l’ho letto in due giorni!”.

Regalatelo a chi non legge per professa missione. Lasciatelo lì. Sorridete e andate via. Il Libro farà tutto da sé. A cominciare dal titolo… e poi le frasi, i tempi, le avventure. Ammalierà l’ignaro che si troverà a pagina 73 prima di un istante. Coinvolto da storie normali ammantate di brio e di cronache buone… E si racconta la quiete.

E c’è quiete e c’è amore fra le mura di quella casa. Tanto amore. Da far da calamita a chiunque ne sfiori le pagine, anche solo per caso. E se vi scappa di legger e rilegger le storie, che dirvi: è successo più volte anche a me.

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Mariè, se stanotte russo prendi un foglio di carta, la penna blu che è nel cassetto tuo, e scrivi: se prima russavi solo per me adesso il mondo intero ride… Mariè, il mondo intero. Capisci?



A Ernesto. Grazie per le due ore di cronache buone che mi hai raccontato.