Due chiacchiere con “Mariè, se stanotte russo…”
di Ernesto Berretti
Leggere
tanto o non leggere per niente. Questo è il dilemma.
Visto
dall’altra parte della barricata si potrebbe dire: esiste qualcosa che possa essere
fruibile per i lettori incalliti e per i non lettori dichiarati?
È possibile
far toccare mondi apparentemente distanti?
Oggi
è un grande giorno. Ho scoperto che ci sono autori che provano a legare il
pianeta dei lettori con quello di chi
non legge neanche i citofoni. Certo, non è roba per tutti. Per far leggere chi
non legge ci vuole talento. E per far legger qualcosa a chi legge per culto
bisogna scrivere opere forti e senza ghirigori. Sembra proprio che gli
ingredienti primari per coinvolgere tutti alla lettura siano la semplicità e il
talento. Ed è indispensabile essere avanti.
Avanti,
infatti, è il libro che mi è capitato tra le mani. Una prima stesura che in
maniera prepotente si inscrive al club dei testi che invertono la marcia.
Ebbene sì, Mariè, se stanotte russo è
un testo che merita attenzione in quanto ha l’ambizione di afferrare e
catapultare nel mondo della lettura proprio chi di “lettura” non ne vuole
sapere.
Mariè, se
stanotte russo è un reality precursore dei programmi che fra vent’anni vedremo
in TV. Una famiglia come mille. Un punto di vista in armonia fra la felicità
del nido e l’amabile rassegnazione del ruolo di padre. Un marito un po’ troppo figlio
e un capo famiglia troppo moderno per ostentare i profili della mascolinità
primitiva di un tempo. Una camera fissa sui giorni e le facce: normali.Tanto normali
da raccontare gli archetipi umani in nuce, senza veli o aberranti finzioni.
Semplicità,
freschezza, l’intuito dell’autore che sfuma fra le righe i ritmi e le
tendenze future. Tutto qui. Mariè, se
stanotte russo è tutto ciò.
Coinvolge
chi è allergico ai saggi e chi soffre di coliche da libri d’autore. Coinvolge
chi conosce a memoria i cori da stadio o la novena del Maggio Mariano.
Coinvolge chi da poco ha scoperto l’alfabeto
e chi legge solo in ebraico o tomi in lingue sapienziali. Coinvolge
chiunque ne venga a contatto.
È
avanti anni luce. Ne sangue né paroloni. Nessun groviglio e nessun effetto
dell’ultimo rigo. Solo deliziosa compagnia. Emotività, chiarezza. Le labbra del
lettore disegneranno d’istinto un sorriso,
rigo dopo rigo, pagina dopo pagina. Provare per credere.
Nessuno
vince e nessuno perde. Nessun istante è straordinario, ma si coglie la
meraviglia in ogni istante. Appassiona gli anziani per le scene che raccontano le dinamiche di un nido di
oggi. Appassiona i padri e le madri, i mariti e le mogli, che proiettandosi
nelle imprese dell’esuberante protagonista impareranno ad apprezzare la
normalità, gustando meglio i sapori - che ai distratti, spesso, appaiono velati.
Ma
il vero miracolo che compie questo libro è l’esser nato per chi di lettura non
vive. È il collante perfetto fra “non
ho mai letto” e “l’ho letto in due
giorni!”.
Regalatelo
a chi non legge per professa missione. Lasciatelo lì. Sorridete e andate via.
Il Libro farà tutto da sé. A cominciare dal titolo… e poi le frasi, i tempi, le
avventure. Ammalierà l’ignaro che si troverà a pagina 73 prima di un istante. Coinvolto
da storie normali ammantate di brio e di cronache buone… E si racconta la
quiete.
E
c’è quiete e c’è amore fra le mura di quella casa. Tanto amore. Da far da calamita
a chiunque ne sfiori le pagine, anche solo per caso. E se vi scappa di legger e
rilegger le storie, che dirvi: è successo più volte anche a me.
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Mariè, se
stanotte russo prendi un foglio di carta, la penna blu che è nel cassetto tuo,
e scrivi: se prima russavi solo per me adesso il mondo intero ride… Mariè, il
mondo intero. Capisci?
A
Ernesto. Grazie per le due ore di cronache
buone che mi hai raccontato.