LA REGIONE DEGLI ARCHETIPI

" Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico".

C.G. JUNG

mercoledì 6 dicembre 2017

Due chiacchiere sull'ego

Due chiacchiere sull’ego


Evviva dio che di ego è pieno il mondo. L’ego è l’unica certezza della nostra sacra individualizzazione come creature. Essere uomini vuol dire proprio manifestare unicità. L’ego è la valvola e il metro dell’unicità di ognuno di noi. Senza unicità e senza individui la creatività muore. Le grandi masse di uomini conformati a schemi e programmi generalizzati uccidono la creatività e il mondo apparirà come un involucro insensato e paradossale. Siete d’accordo? Non sembra anche a voi di vivere in un paradosso virtuale? Uomini grassi e uomini malnutriti. Profughi e burocrati panciuti. Fumatori incalliti e stressati e volontari che salvano vite. Che mondo imbarazzante! Signore e signori vi presento il nostro paradossale pianetino. E la meraviglia è che lo abbiamo creato noi. E tu che leggi sei il primo degli artefici. Adesso lo sai. Nessuna scusa o attenuante. Tu sei coinvolto.




La tua potenza è tale da rendere assurda la tua dipendenza a proiezioni esterne che hai addirittura eretto a certezze. Che fine ha fatto il tuo ego? Quello buono, intendo. Sì, perché l’ego di ognuno di noi in qualche modo ha l’esigenza di manifestarsi. Nel bene e nel male la necessità di unicità ci pervade. E, pur educati e schematizzati, gli spruzzi della nostra potenza egoica schizzano fuori. Sovente incorniciati dal maleodorante desiderio della conferma degli schemi che ci caratterizzano. Manifestiamo un ego bambino...

Quando poniamo un blocco manifestiamo gli spruzzi del nostro piccolo ego. Siamo egoici nel dire “no”. Nell’opporci a qualsiasi iniziativa esterna da noi. I soggetti più implosi e meno evoluti sono i primi a manifestare dissenso. 
Vi faccio un esempio: nel dire di no a manifestazioni innocue e trascurabili manifestiamo la nostra esistenza. Uccidendo l’idea di un altro comincia la certezza della nostra esistenza.  Riusciamo a riempire il vuoto di ego adulto riempiendo lo spazio di blocchi e limiti che sottolineano il nostro essere presenti. Il nostro essere ostacolo ci rende individui, esalta l'ego che in un modo o in un altro vuole manifestarsi...
Ripetiamo i nostri schemi, e nell’appartenere a contenitori uguali a noi confermiamo lo schema stesso. Autogiustifichiamo la nostra immaturità interiore manifestando “dissenso”e appartenenza. Come alzare il dito in classe quanto ci si sente preparati. A scuola infatti si è bambini… Durante l’esame però non è consentito alzare il ditino. Lì si parla e basta. A turni specifici. Pensate adesso all'uomo medio. E' capace di dire di no alle espressioni individuali degli altri e sulle faccende serie invece non alza il ditino, dice di sì al coro che grida più forte. E chissenefrega se è corretto o no, l’importante è far parte di qualcosa, che dia sicurezza e riempia il vuoto interiore – (la mancanza del vero Ego).




Tutto ciò è un riflesso disarmonico. Nessun saggio sognerebbe mai di dir di no a iniziative innocue individuali o di una parte della comunità. A prescindere della loro efficacia. 

Dir di no è un modo maldestro per dire: io esisto. Di solito a certe prese di posizione non segue alcuna argomentazione. Il no è semplicemente: no. Nessun argomento per coronare l’editto.
E lo schema appare evidente. 

Dietro molte dissonanze e opposizioni al fare creativo degli altri c’è solo un immaturo desiderio di conferma della propria esistenza individuale, che ognuno di noi prova a manifestare per naturale inclinazione animica.

Per esempio:

Facciamo un ballo in maschera? Sì!...no, non mi piace. No, non è nella natura della comunità. No, lo fanno gli altri. No, è anticulturale…

Facciamo due spaghetti? Sì!...no, meglio la pizza. No, non mi piacciono. No, oggi gnocchi. No, voglio il pesce…

Vi piacciono gli esempi?

Ripeto: l’ego è il nostro alleato principale - ci consente di essere potenti e individui unici. L’annichilimento dell’ego genera il piccolo ego che come un bimbo necessita di manifestarsi. E lo può fare solo ponendo argini o limiti. 
Chi invece compiace e approva esalta l'altro e non sè... infatti di solito solo i saggi sanno fare complimenti ed esortano. I piccoli ego creano solo muri intorno alle sciocchezze per manifestare l'esigenza di esistenza. Pensateci…E, sovente, si perde un’occasione per stare zitti. Il piccolo ego non costruisce, distrugge.

Verificate adesso tutte le volte che voi o qualcuno dei vostri amici o conoscenti si sono apertamente opposti a iniziative innocue o semplicemente diverse dalle voglie e dai credo di appartenenza (politica/religiosa/culturale/etnica/...) di ognuno. Adesso avete chiaro chi sono i piccoli ego che vi circondano e avete anche la misura del vostro “piccolo ego”.


Ricordiamocelo: l’Ego crea, il piccolo ego distrugge.