Due
chiacchiere sull’ego
Evviva dio
che di ego è pieno il mondo. L’ego è l’unica certezza della nostra sacra individualizzazione
come creature. Essere uomini vuol dire proprio manifestare unicità. L’ego è la
valvola e il metro dell’unicità di ognuno di noi. Senza unicità e senza
individui la creatività muore. Le grandi masse di uomini conformati a schemi e programmi
generalizzati uccidono la creatività e il mondo apparirà come un involucro
insensato e paradossale. Siete d’accordo? Non sembra anche a voi di vivere in
un paradosso virtuale? Uomini grassi e uomini malnutriti. Profughi e burocrati
panciuti. Fumatori incalliti e stressati e volontari che salvano vite. Che mondo imbarazzante!
Signore e signori vi presento il nostro paradossale pianetino. E la meraviglia
è che lo abbiamo creato noi. E tu che leggi sei il primo degli artefici. Adesso
lo sai. Nessuna scusa o attenuante. Tu sei coinvolto.
La tua potenza è tale da rendere assurda la tua dipendenza a proiezioni
esterne che hai addirittura eretto a certezze. Che fine ha fatto il tuo ego?
Quello buono, intendo. Sì, perché l’ego di ognuno di noi in qualche modo ha
l’esigenza di manifestarsi. Nel bene e nel male la necessità di unicità ci
pervade. E, pur educati e schematizzati, gli spruzzi della nostra potenza
egoica schizzano fuori. Sovente incorniciati dal maleodorante desiderio della
conferma degli schemi che ci caratterizzano. Manifestiamo un ego bambino...
Quando
poniamo un blocco manifestiamo gli spruzzi del nostro piccolo ego. Siamo egoici
nel dire “no”. Nell’opporci a
qualsiasi iniziativa esterna da noi. I soggetti più implosi e meno evoluti sono
i primi a manifestare dissenso.
Vi faccio un esempio: nel dire di no
a manifestazioni innocue e trascurabili manifestiamo la nostra esistenza.
Uccidendo l’idea di un altro comincia la certezza della nostra esistenza. Riusciamo a riempire il vuoto di ego adulto riempiendo lo spazio di blocchi e limiti che
sottolineano il nostro essere presenti. Il nostro essere ostacolo ci rende individui, esalta l'ego che in un modo o in un altro vuole manifestarsi...
Ripetiamo i nostri schemi, e nell’appartenere
a contenitori uguali a noi confermiamo lo schema stesso. Autogiustifichiamo la
nostra immaturità interiore manifestando “dissenso”e appartenenza. Come alzare
il dito in classe quanto ci si sente preparati. A scuola infatti si è bambini… Durante
l’esame però non è consentito alzare il ditino. Lì si parla e basta. A turni
specifici. Pensate adesso all'uomo medio. E' capace di dire di no alle espressioni individuali degli altri e sulle faccende serie invece non alza il ditino, dice di sì al coro che grida più forte. E chissenefrega se è
corretto o no, l’importante è far parte di qualcosa, che dia sicurezza e
riempia il vuoto interiore – (la mancanza del vero Ego).
Tutto ciò è
un riflesso disarmonico. Nessun saggio
sognerebbe mai di dir di no a iniziative innocue individuali o di una parte
della comunità. A prescindere della loro efficacia.
Dir di no è un modo
maldestro per dire: io esisto. Di solito a certe prese di posizione non segue alcuna argomentazione. Il no è semplicemente: no. Nessun
argomento per coronare l’editto.
E lo
schema appare evidente.
Dietro molte dissonanze e opposizioni al fare creativo
degli altri c’è solo un immaturo desiderio di conferma della propria esistenza
individuale, che ognuno di noi prova a manifestare per naturale inclinazione
animica.
Per esempio:
Facciamo un
ballo in maschera? Sì!...no, non mi piace. No, non è nella natura della
comunità. No, lo fanno gli altri. No, è anticulturale…
Facciamo due
spaghetti? Sì!...no, meglio la pizza. No, non mi piacciono. No, oggi gnocchi.
No, voglio il pesce…
Vi piacciono
gli esempi?
Ripeto:
l’ego è il nostro alleato principale - ci consente di essere potenti e individui unici.
L’annichilimento dell’ego genera il piccolo
ego che come un bimbo necessita di manifestarsi. E lo può fare solo ponendo
argini o limiti.
Chi invece compiace e approva esalta l'altro e non sè... infatti di solito solo i saggi sanno fare complimenti ed esortano. I piccoli ego creano solo muri intorno alle sciocchezze per manifestare l'esigenza di esistenza. Pensateci…E, sovente, si perde
un’occasione per stare zitti. Il piccolo
ego non costruisce, distrugge.
Verificate
adesso tutte le volte che voi o qualcuno dei vostri amici o conoscenti si sono
apertamente opposti a iniziative innocue o semplicemente diverse dalle voglie e dai credo di appartenenza (politica/religiosa/culturale/etnica/...) di ognuno. Adesso
avete chiaro chi sono i piccoli ego
che vi circondano e avete anche la misura del vostro “piccolo ego”.
Ricordiamocelo:
l’Ego crea, il piccolo ego distrugge.