La conoscenza ci
rende liberi, dice il saggio.
Conosci te stesso, dice il mistico. In ogni caso
conoscere è essenziale.
Qualsiasi mezzo stimoli la conoscenza è da considerarsi
come una benedizione divina. E per “divino” metteteci quel che vi pare,
divinità di ogni forma e credo o energie o pensiero o vibrazione di
qualsivoglia natura.
Chi conosce guarda i
fenomeni intorno come un maestro guarda i suoi piccoli alunni. Sovente
“conoscere” vuol dire staccarsi dai dogmi che fino ad un minuto prima erano le
verità assolute sulle quali fondavamo le nostre vite. Spesso “conoscere” vuol
dire morire, per poi rinascere. E morire fa male.
Per la logica conseguenza
degli eventi anche la conoscenza può far male. E a mio modo di vedere mai
verità fu così coerente alle umane vicende. Vi ricorda qualcosa se cito tutti i
perseguitati condannati dalla loro conoscenza, bruciati, e martirizzati dai
detentori della “conoscenza ufficiale”? Ergo: la conoscenza fa male, come la
morte.
Tutto ciò meriterebbe
un degno approfondimento ma in queste riflessioni voglio sottolineare l’assurdo
atteggiamento di taluni “nuovi profeti” o culturi del mistico, che si ostinano
a tener “segrete” le loro conoscenze o peggio a renderle manifeste a pagamento.
Raccontano il sapere solo a chi lo può pagare. Tutto ciò è miserabile.
Scuole di esoterismo
per insegnare l’esoterismo, scuole di astrologia per insegnare l’astrologia,
scuole di tarocchi per insegnare i tarocchi o i simboli o i numeri o, o , o,
scuole per tutto. E nessuno ha il titolo per insegnare qualcosa a qualcuno.
Nessuno lì in mezzo è un maestro vero.
L’Era dell’Acquario,
l’Era della condivisione del sapere, prevede diffusione e grandi platee. Nessun
limite alla divulgazione. Nessun dazio
pescino o calcolo vergineo. L’Era
è cambiata. Il maestro è morto. Oggi il maestro è un giullare che racconta a
tutti le sue storie. E apre le porte. Non riempie i sacchi di dogmi e concetti.
Ma apre semplicemente le porte. E lo fa per tutti. In piazza. Davanti al mondo.
Giocando e coinvolgendo le masse.
E invece continuano a
creare le sette, con numeri miseri di cadaveri vecchi di un’era passata. E
continuano a chiedere il dazio per raccontare lo spirito. E c’è chi il dazio lo
paga e lo attacca anche al muro.
Il mondo oggi è un
posto diverso.
Compiacetevi dell’aiuto privato che date alle genti con atto
privato. E sia...
Ma donate alle folle le chiavi per aprire le porte. Vi paghi
chi cerca in privato il vostro tempo. Ma la conoscenza sia data, in dono, per
tutti, alle folle. Se davvero avete qualcosa da raccontare, raccontatelo. Senza
remore e freni. Condividete il sapere.
San Francesco
recitava e raccontava metafore e attirava i volgari sfumando il tutto con
colori e risate. Apriva le porte. Regalava opportunità. Ed è questo il
messaggio per i nuovi maestri. Regalate il sapere. Coinvolgete e lanciate
scintille. Chi vuole le colga e ne faccia bottino. Create le opportunità.
Fatelo per tutti. Ridete e sfumate la verità. La vostra verità.
Ed ancora leggo di
saggi che vendono la conoscenza. E leggo di saggi che registrano il marchio e
fanno lezioni. E dal giullare che coinvolge le folle se ne distaccano come
fosse la peste.
D’altronde i saggi
che vendono vecchi saperi non sarebbero
in grado di leggere un’anima sola. Hanno bisogno di menti volgari che facciano
setta per insegnare cori morti e sepolti dal tempo - che sanno di tutto tranne
che di mistica o di spirito o di magia.
Io racconto le
percezioni del mio sapere giocando con metafore e parole, e lo faccio
ovunque. E lo faccio per tutti.
Coinvolgo, se posso. Attiro colorando gli accenti. Spruzzo mistica bardata di
gingilli. E chi vuole ne colga le mosse e apra la sua porta. Raccontare il
simbolo a chi non vuol sentire trasforma l’atto in pura magia. Dire all’acqua
che la pioggia è fresca è invece preistoria concettuale.
Il giullare cambia il
mondo. Il vecchio mago che insegna e
rilascia scontrini è già dentro la bara. I vecchi saggi con scuole auto
referenziate, coi libri auto pubblicati e con gli insegnanti auto diplomati
sono orme sbiadite di un’Era passata. Questo è il tempo dei giullari. E i
giullari si sa, sono avanti e sanno far quello che i vecchi maestri non sanno
più fare: i giullari insegnano senza volerlo dire e impara chi non voleva
sapere. E leggono l’anima, i giullari, a
chi li sa placare.