Sensibilità ed
empatia. Alla ricerca del Mago.
Leggo tantissimo di Astrologia, di Cabala, di Alchimia, di
Religioni: testi vecchi, testi nuovi, nuove teorie, nuove indagini. In questo
periodo storico sono in molti ad essere attratti da teorie che un tempo
sembravano alla portata di pochi, “matti”.
Il nuovo fermento esoterico, o animico, è
in linea con l’emancipazione del divenire:
tutto si trasforma, evolve. La moltitudine di neo apprendisti è un evento sensato e necessario, affinché sempre
più individui si aprano al fascino del mondo del non visto - ma percepito. Più
si è e meglio attecchisce l’impresa.
È evidente che, nel calderone dei tanti nuovi “arcangeli” del “tutto ve lo spiego io”, molti saranno capaci e altri lo
saranno meno. L’istinto, l’intuizione o la buona sorte, ci indicheranno l’uno
piuttosto che l’altro. Ma, ripeto, va bene così, in quanto lo scopo sensato è il “diffondersi” di un certo
modo di osservare la realtà. Poi, che ci siano i “Maghi” veri, ben venga! Che
ci siano gli improvvisati ben venga lo stesso… Tutto va bene, purché se ne
parli…
A questo punto della mia riflessione mi viene da considerare
chi - e come - possa veramente
considerarsi Astrologo “sulla buona strada” per raggiungere la
“magia”. - C’è un prototipo del mago?
E, soprattutto, l’Astrologia è calcolo o
“magia”?
-Le pareti le dipingono
gli imbianchini, gli affreschi li dipingono gli artisti.
-Le case le murano i
muratori, i monumenti li progettano gli
architetti.
Continuando con queste considerazioni possiamo affermare che
ci può essere un’Astrologia per “muratori” e un’Astrologia per “astrologi”. Un
po’ come lo è in tutte le cose: c’è una fase grezza e una fase più accurata.
Qualcuno supera la tecnica e crea, qualcun altro resta nella tecnica e “riproduce”… Anche la matematica, piena di schemi e calcoli precisi,
progredisce grazie all'intuizione, piuttosto che al “ragionamento puro” (tecnica). I matematici, infatti, sono eccellenti
scopritori del nuovo o semplici ripetitori del già conosciuto. Pur studiando la
stessa materia, c’è qualcuno che si eleva dal grezzo, altri rimangono nel grezzo.
Qualcuno insegnerà alle scuole medie,
qualcun altro scoprirà nuove formule.
- Tutti giocano a calcio, pochissimi vanno in
serie A…
E potrei continuare con gli esempi.
Voglio con ciò
sottolineare che, qualcosa, che si espande oltre la razionalità, tende a creare
“differenze” di approccio individuali nei vari campi dell’esplorazione umana.
Io sarò un calciatore ma non giocherò in serie A. Eppure conosco il “calcio”.
Oppure, sarò un matematico ma non porterò avanti nessuna nuova scoperta (eppure conosco la matematica come chi,
invece, “scopre” nuove formule…).
Cosa fa la differenza?
Ovviamente, l’inclinazione naturale, o talento - diremo noi. Ma cosa è il “talento”? Perché un matematico normale, che si perde ore e ore in
studi, non riuscirà mai nell'impresa, come un altro che studia di meno, ma ha
“talento”?
Il Talento
Parlavo di Astrologia, ho ipotizzato una Astrologia grezza e
una pura, giungo adesso ad ipotizzate che è il “talento” a fare la differenza
fra l’una e l’altra – come in tutte le cose. - Elementare…
Molti astrologi - o
ricercatori dell’anima - si confrontano
con le nuove teorie della fisica dei
quanti, la meccanica quantistica ecc… e, a mio parere, fanno molto bene. La conoscenza è fondamentale, in ogni
campo.
Altri hanno "visto" pianeti ancora non visti, giusto per fare quadrare
i conti - ma i loro conti, quelli delle loro menti (probabilmente esatti! Chissà…).
Altri hanno avvistato punti
strategici o energetici provenienti chissà da quale universo... Nelle “scuole”,
spesso, spiegano che se qui, al nord, c’è l’estate e lì, al sud, c’è l’inverno,
chi nasce qui è un Segno e chi nasce, lo stesso giorno, ma lì, è il Segno
opposto! E chi nasce all'equatore?...mah!
- si paga pure tanto per “imparare” queste “verità
ad persona”!…
Non mi sento di contestare nessuno e sono sempre pronto a
“succhiare” qualsiasi nuovo input. Ma…
Cercavo di capire cosa fosse il talento.
Se riuscissi a capirlo potrei individuare la “qualità”
essenziale che dovrebbe avere un “mago”,
un astrologo o, comunque, chiunque si occupi di scienza dell’anima.
Ritorniamo alla fisica
quantistica - per dare lustro al nostro studio e perché va tanto di moda -,
in buona sostanza la fisica dei quanti, studiando la parte microscopica della
materia, si accorge che alcune teorie fisiche – certe - sono difformi dal
consueto e, soprattutto, appare come se tutto fosse, più o meno, in rispondenza
– collegato. Immaginate dei filamenti di energia che avvolgono tutto, e
immaginate di utilizzare questi filamenti per dare struttura alla realtà che ci
circonda. Tutto ciò azionato da un’energia, non meglio identificata o
individuata, che “gestisce” i filamenti. Si sospetta che tale energia possa
essere il pensiero. - Si sono aperte le teorie dell’universo olografico
(tutto in uno, uno in tutto), del
mondo come un enorme frattale (il piccolo
come il grande), degli universi paralleli, delle stringhe e, soprattutto,
ricorre, prepotente, il concetto di “frequenza”.
Frequenza e fisica
quantistica
La frequenza potrebbe essere visualizzata come la capacità
di velocità dell’energia. Alcune energie viaggiano in un modo, altre in un
altro. Alterando la frequenza si
altera la realtà apparente.
** - Immaginate una persona che grida in un bar, altererebbe
le “frequenze” di tutti gli astanti, modificandone le percezioni
spazio/temporali. Non è necessario avere un contatto visivo, basta “sentire” le
urla per essere “costretti” a modificare il proprio status emozionale.
Quindi,
la trasmissione delle “onde” invisibili (frequenza – il viaggiare dell’energia) è importante, oltre che da un punto di vista
quantistico (micro cosmo), anche reale (macro cosmo).
- Se qualcuno grida tutti ci preoccupiamo: variamo la nostra frequenza in rispondenza
alla frequenza percepita – siamo interconnessi da energie che non “vediamo”, ma
“sentiamo”... è verosimile che altre percezioni vengano tradotte a livelli
sensoriali non fisici.
L’esempio ci aiuta a guidare l’immaginazione, per
capire come si possa captare una frequenza al di là del “vedere” o “sentire”
coi sensi comuni. Pensate ai sogni premonitori, alle sensazioni di ansia quando
qualcosa di brutto accade ad un figlio, al ricordare un amico e rivederlo il
giorno stesso, alle sensazioni di agio che viviamo con perfetti sconosciuti,
all'indolenza che nutriamo per altri, senza capirne il motivo. Tutte
“percezioni” dettate da qualcosa che di “fisico” ha veramente poco.
Probabilmente il concetto di “frequenza”(emanarla
e recepirla) alimenta il nostro essere, sia nel mondo del visto – la realtà - che nel mondo del non visto –
l’anima.
Cosa è il talento?
Il talento potrebbe
essere la qualità delle frequenze. Ad un talento specifico corrispondono specifiche frequenze. - Ognuno di noi viaggia a certe frequenze.
Tali frequenze danno per risultante quel che noi definiamo: talento.
**Con certe frequenze percepirò la cultura, il sapere, ne
farò dati, li manifesterò, e farò l’insegnante, con altre frequenze tenterò
all'equilibrio, alla via di mezzo, alla tutela, e farò il giudice, con altre
ancora desidererò lasciare la materia, le strutture, i limiti, la certezza,
farò il barbone, oppure cercherò l’ordine, la certezza, la forza nel gruppo,
farò il poliziotto, o farò il politico se la mia frequenza viaggia alla velocità
dell’ego, della materia, del comando, dell’apparire o dirigere… E, ancora: qualcuno
sarà in sintonia con le frequenze dell’estate, altri con quelle dell’autunno. Qualcuno
vivrà la note, qualcuno sarà mattiniero…
Le “frequenze” ci caratterizzano
dentro e si manifestano fuori.
Le
frequenze lavorano in tutti i corpi che
ci completano: dal fisico al mentale allo spirituale…Noi, semplici mortali, delle
frequenze percepiamo il loro lato manifesto.
Qual è la frequenza esatta che deve caratterizzare il mago? Come possiamo capire se il mago
che abbiamo davanti vibra alle stesse frequenze della “magia”? Quali caratteristiche
manifeste qualificano la vera frequenza della “magia”?
**- (ricordo che
l’astrologo, pretendendo di scrutare il destino di un’anima col la sola lettura
dei simboli, non è altro che un “mago”. - Come qualsiasi mago che esprime le proprie “percezioni”
con altri mezzi).**
Forse, i maghi, devono conoscere tutti i libri e le
teorie del mondo. Forse è la conoscenza
la frequenza che qualifica il mago.
Oppure bisogna materializzare oggetti dal nulla, magari recitando una formula
magica. Chissà, forse la parola
trasforma la realtà - ma non la parola di tutti, solo quella dei maghi. La parola, dunque, sarà una delle frequenze manifeste dei maghi?
Probabilmente, il mago,
è anche un profeta, ha le visioni, vede i maestri, gli angeli, gli arcangeli,
gli ufo, va in trans. D'altronde, prevedere il futuro, è un istinto o un
impulso di percezione empatica, un
collegamento energetico (frequenze in
rispondenza armonica) fra qualcosa che sarà, che non è reale, e qualcosa
che lo rende reale (presente),
pronunciandolo - (percependolo per
empatia con il circostante – ponte fra reale e non reale, visibile e non
visibile).
È notorio che, per la
Cabala, la realtà visibile è solo l’uno per cento del creato. Il novantanove per cento non si vede!
Percepire il
mondo del 99% per atto di sensibilità
col tutto (empatia) potrebbe essere
una bella qualità - la più degna per un mago.
Conoscenza, Parola e Sensibilità: la frequenza del Mago
Giunti a questo stadio della nostra riflessione, pare che il
mago si possa individuare in funzione
della sua conoscenza, del suo dominio
sulla parola e, soprattutto, dalla sua evidente
capacità percettiva/empatica (sensibilità) di fondersi col circostante
(interconnettersi con “energie” non
percepite ai sensi comuni – interconnettersi, come nella fisica dei quanti
– essere armonici alle “frequenze”non viste).
**Potremmo aggiungere altre possibili caratteristiche, tutte
degne di un mago, ma penso di aver fatto una sintesi archetipica che possa contenere altre qualità essenziali.
L’uso e il dominio della mente (volontà), per esempio - forza indispensabile
per il mago - è implicita nella
conoscenza e nella capacità di usare la parola…
Conosco moltissimi autori, letti da tanti aspiranti maghi … ma, tutti loro, non sono maghi! Scrivono sulla magia, ma non sono
maghi.
Qualcuno di certo lo è stato, tuttavia, la maggior parte
degli autori sono semplici cronisti, tal volta di teorie rivisitate - spesso
indagatori di temi natali dei morti, archivisti di dati, interpreti di simboli come da “scuola” tradizionale.
Rigidi nel seguire schemi e adeguarli con linguaggi curati. Chi di
loro è mago?
Forse Papus? Crowly? Qualcun altro, certo, precedente e
postumo. Ma gli altri? Eccellenti esecutori. Approcci didattici o profani, coerenti
e incoerenti. - Molti sono “caduti nella
materia” collaborando, impunemente, cogli educatori delle folle (A.Bailey, Bessant, Blavatsky…).
Quanti di voi ricordano maghi
notori negli ultimi tempi?
**Per mago intendo
- anche e soprattutto - l’astrologo che, presumendo di leggere i simboli del cielo, traduce in esperienze reali i moti degli astri.
Rileggendo i dati principali (frequenze/predisposizioni) che, apparentemente, caratterizzano il mago - conoscenza, parola e sensibilità -, sembra che, mentre la conoscenza e il dominio della parola possano essere a portata di tutti (acquisibili con l’esperienza), la sensibilità è, invece, una qualità più
intrinseca alla natura animica,
non acquisibile con l’esperienza. -
Sensibili, percettivi, empatici, si nasce.
Riducendo ai minimi termini la nostra ricerca sul talento
del mago, possiamo affermare che la sensibilità è di gran lunga la qualità
essenziale (la frequenza esatta).
Il mago è “sensibile”.
Ma chi di noi, o degli autori sopra citati, non è “sensibile”? Tutti siamo “sensibili”. Quindi, siamo tutti dei maghi? - Probabilmente sì. Ma…
La sensibilità del
“folle”
La sensibilità è una parola che viene impropriamente usata.
L’andamento ipocrita della nostra società ne garantisce l’uso, improprio. Siamo
sensibili, ma non percepiamo il mondo che ci crolla
intorno. Piangiamo per un film e non
ci ricordiamo dei profughi ammassati e dei bimbi morti di fame.
Piangiamo per la laurea del nostro figliolo e ci fa schifo
il barbone sotto la scalinata…puzza di piscio.
La sensibilità, come tantissime altre parole, e come il
linguaggio in generale, oggi, è un artefatto sociale. Ciò giustifica l’assenza
di maghi, veri, fra i tantissimi e meravigliosi autori di Astrologia o
scienza dell’anima. Nessuno di loro è “sensibile”. O, meglio, in pochi lo sono.
Ma chi?
Chi è sensibile e
chi non lo è?
Come si fa a capire se un mago, presunto, è sensibile
o è soltanto un maestrino erudito? E,
soprattutto, è possibile capirlo?
Ho pensato di far vedere un film commovente a tutti i
presunti maghi e vedere chi piange
per primo…
La battuta mi serve per dire che la sensibilità e i “Segni d’Acqua” sono entità associate. Il Segno d’Acqua
è sensibile.
- Per scovare il mago
basterebbe sapere se il soggetto è un Cancro o uno Scorpione o un Pesci? Anche
in ascendente?
Possono essere molte
le variabili astrologiche, e - se stiamo cercando un mago - non saremo di certo noi a leggere il grafico natale dello stesso - (altrimenti saremmo noi i maghi!). Oppure, il mago, davanti al suo studio, dovrebbe attaccare il proprio tema natale - per i clienti, per la
trasparenza e per i controlli della finanza. Un po’ come una licenza comunale!
- “la mia Luna è in
Cancro, fidatevi del mio percepire”
- “l mio Plutone è in Scorpione, congiunto
all'ascendente, consultami e ti darò la
ricetta per rinascere”
- “ Luna in dodicesima,
in Ariete, Urano in prima e Sole in Acquario, consultami e vedremo il futuro”…
Che ne direste di questi slogan?
Convincenti? Astrologicamente potrebbero esserlo…
Quanti di noi conoscono i simboli tanto da capire chi è il più “sensibile”? (capace di
integrarsi col circostante / visto e non visto/ compatibile con la “frequenza” del
“vero mago”).
È chiaro che dovremo cercare altre informazioni. Dobbiamo cercare
un dato che possa presumere la presenza della sensibilità, a prescindere dalla conoscenza e dal dominio
della parola (acquisibili da tutti)
e , soprattutto, a prescindere delle nostre personali conoscenze esoteriche - non
dobbiamo leggere il tema natale del mago
per capire che è un mago.
Riassumendo i
punti essenziali, possiamo dire che: il mago
ha prevalenze astrologiche acquee, di
certo è “sensibile”, in quanto percepisce per empatia – (si fonde col
circostante, legge le vibrazioni/frequenze
fra il non visto e il visto).
In secondo luogo, il mago, conosce e usa bene la parola
– ma ciò non è vincolante. Vincolo
essenziale è la sensibilità. E noi stiamo cercando di individuarla a priori
– “vederla”, coglierla nel reale.
Sensibile è un artista, un creativo. Forse il mago è un artista, dipinge, scrive
poesia, dona forma alla creta. Questo è un dato da non trascurare. Il mago, probabilmente, è incline all'arte,
in tutte le sue forme. Forse l’arte è l’ultimo baluardo della magia,
sopravvissuta all'attuale agonia della “sensibilità”.
** - Una persona sensibile, in questo momento, sta aiutando gratuitamente i profughi
- là dove non arriva la comunità organizzata c’è sempre la sensibilità a mettere un tampone…Forse questi signori sono i veri maghi: i trasformatori della realtà. Hanno la "frequenza della sensibilità manifesta".Qualcun altro è in mare, a difendere le
balene massacrate. Questi soggetti potrebbero parlare con chiunque trasferendo frequenze benefiche, magiche. Con la
loro vibrazione aggrazierebbero qualsiasi ambiente. Il solo sapere che ci sono,
allieta la giornata a tutti noi, sensibili del web – piccoli maghi
delle chiacchiere e dell’ego!
Quindi, se la sensibilità
caratterizza la frequenza della magia, il creativo (agire in maniera individuale), che si annulla per gli altri (dare senza ricompensa), pare essere il
vero mago. Lui trasforma la realtà.
Lui emana frequenze positive - armoniche. Lui manifesta la frequenza che identifica la "vera" sensibilità.
È probabile che le energie magiche di queste persone (i volontari) si indirizzino in modo
alternativo rispetto al concetto classico di magia (compiere prodigi o annunciare profezie). Questi signori salvano gli
altri fisicamente e moralmente, usando il loro “corpo”. Sono
fisici, concreti e fattivi. Usano in modo meno evidente la “conoscenza”, si
disinteressano del simbolo, dei mondi non visti o dell’esoterismo in generale. Loro sono maghi, ed essi stessi sono la magia manifesta.
Percepiscono il bisogno di dare, e donano energia fisica (materiale/percepibile). Questa è la loro sensibilità espressa, fisica,
fattiva, che li rende maghi , dunque: trasformatori della realtà di un individuo
o di più individui – come gli artisti che trasformano le sensazioni degli osservatori.
Noi cercavamo quelli che fanno i prodigi! Noi cercavamo i
profeti! (donatori di energia immateriale/non
percepibile ai sensi).
Abbiamo senz'altro capito cos'è la sensibilità manifesta.
- Grazie all'esempio dei volontari, impegnati in prima linea, possiamo confermare che la sensibilità,
qualsiasi cosa sia, di certo è evidente: si manifesta, si palesa. Tanto da indurre la percezione della follia in tutti quelli che maghi non sono. - I volontari in
mezzo ai profughi, al freddo e al gelo…ma
che sei, matto?
La sensibilità vera, spesso, è confusa con la follia. Questo è un dato
statistico. Incontestabile.
Cominciamo a focalizzare la ricerca.
Conoscenza, uso della parola, sensibilità (che rasenta la
follia) – le prime sono trascurabili, la folle sensibilità appare imprescindibile. Chi è dunque il mago?
Un folle sensibile
che conosce i simboli e li rende “parola”.
Perfetto. Quindi?
Dobbiamo per forza andare nei campi profughi a cercare i
volontari per trovare la folle
sensibilità dei maghi?
Se i volontari non sono predisposti alla conoscenza e alla trasmissione del simbolo, quale altro
tipo di “folle sensibilità manifesta”
ci può indicare la presenza di un’anima che tende a vibrare alle stesse frequenze
della magia? (connessione con il mondo
del non visto)
Forse fra i macellai
e i politici troveremo i maghi?
- No, fra questi non c’è nessun mago. Manca di certo la base della sensibilità.
Forse i maghi saranno
nelle Chiese?
- Troppo schematismo e “l’obbedienza” tendono a distogliermi
dall'idea… Troppa “fede”, spesso, mi fa anche paura. Non ci sono maghi nelle Chiese. Non c’è traccia di folle sensibilità nelle “gerarchie”…
Forse nei tribunali c’è il mago, che profetizza e trasforma la realtà, o negli ospedali delle
grandi città, forse nelle farmacie, o alle scuole elementari?
Non vedo maghi in
giro, purtroppo, in quanto non vedo la “sensibilità”.
Vedo continue rincorse ad obiettivi innaturali. - Viviamo
per apparire, per possedere… per la casa, per la pensione…ma che vuol dire?
Credo che, per trovare la vera magia, ci salvino solo i volontari,
sparsi nel mondo - la sensibilità,
oggi, si è nascosta per bene. Ma…
Apologia del Folle
Quanti di voi conoscono esperti di astrologia, tarocchi,
lettura delle mani, piedi ecc..?
- ne è pieno il pianeta…
Quanti di loro hanno “conoscenza”?
- tutti, molti, sicuramente tanti.
Quanti di loro usano bene la “parola”?
- molti, moltissimi, tutti…
Quanti di loro sono “sensibili”, tanto da palesarlo -
tendendo alla follia?
- e qui, cominciano i problemi.
Astrologi fra i profughi? Tarologi nei campi di guerra?… Mah!
Oppure, se volessi essere più concreto, posso cercare la folle
sensibilità altrove? Oltre lo schema dell’artista missionario?…Ma
dove? Cos'altro mi può indicare una “folle” sensibilità?
Ognuno di noi può trovare un modo per “trovare” la folle sensibilità che contraddistingue
il mago, ognuno di noi avrà la sua
chiave di lettura per capire chi, pur non essendo in mezzo ai profughi, pur non
essendo un poeta o un pittore, è sensibilmente
sublime – “folle”, tanto da
predisporsi alla magia – (la
frequenza che collega il mondo del visto con quello del non visto).
Evidenzierò, adesso, la chiave o la caratteristica che può
determinare, senza dubbio, la presenza di una folle sensibilità, quindi:
la potenziale predisposizione alla magia…
Quanti di voi sono d’accordo con me nel considerare “follemente
sensibile” un vegetariano?
Quanti di voi sono capaci di percepire sofferenza alla sola vista di un piatto di salsicce col
ketchup?
È vero che, la salsiccia, è il prodotto di una eliminazione forzata (abusare della
vita/togliere la vita) di una esistenza viva, senziente e individuale?
Quanti di noi pensano alla sofferenza della “salsiccia”?
È possibile, dunque,
inserire i vegetariani nella categoria dei follemente
sensibili, come i volontari?
Il nostro mago,
quanto meno, dovrebbe essere vegetariano?
La folle sensibilità
– frequenza che si palesa nel mago -
potrebbe essere identificata, anche, nella scelta vegetariana?
Un vegetariano, creativo, che dona agli altri … potrebbe
essere un indizio di magia?
Quale altra forma di “sensibilità” palese (frequenza) è superiore alla follia del vegetariano, o del
missionario?
Qualcuno di noi, sensibili maghi del web, hanno mai guardato oltre la salsiccia?
…chissà.
Epilogo
Di certo, se domani
vado a cercare un mago, un astrologo, un tarologo, chirologo, iridologo
ecc… verificherò di cosa si nutre. Giusto per capire il suo livello di folle sensibilità. Qualità indispensabile
per un mago capace - qualità che, se è presente, mi eviterà di
parlare coi semplici dottorini
informati dei fatti, ma incapaci di testimoniarli - a meno che non si
confrontino con menti povere di contenuti e deboli di struttura. Menti
impressionabili dalla sola conoscenza,
e dalla sola parola…
Sentire parlare di empatia
e percezione chi ha appena
sbranato un agnellino è alquanto imbarazzante.
Sapere che le essenze di Venere
o di Mercurio “sono spiegate” da chi mangia galline malate, imbustate e
ghiacciate, col senno di poi, dopo queste riflessioni, mi mette a disagio.
Sapere che chi vuole aiutare gli altri, nello spirito e nel
divenire, prende denaro e stila tariffari, mentre succhia midolli da ossa bruciate, mi garantisce
l’assoluta assenza della magia.
Non pretendo il missionario
che affronta i perigli o l’artista
sublime che magnifica gli astanti, ma solo un po’ di folle sensibilità manifesta,
almeno nel salotto di casa.
|
Il punto di vista determina le prospettive |
Concludo quasi con un Mantra per i nuovi e "sensibili" maghi:
... comincio adesso a fare qualcosa per gli altri - senza nulla
pretendere - Mi nutrirò di vita. Curerò l’arte della parola
e della immaginazione.
Stabilisco gli obiettivi
della mia volontà. Mi predispongo alla frequenza.
Al lettore consapevole lascio questa intuizione. La
confuti, o ne faccia trampolino…
*************************
Qualcuno avrà notato l’enfasi data alle parole mago e magia durante tutta la stesura dell’articolo. L’effetto è voluto. Cominciare
a dare sostanza alle esperienze, iniziando dalla vocalizzazione esatta, ci
avvicina alla riscoperta di un senso
che abbiamo trascurato ormai da troppo tempo. La folle sensibilità. L’uomo è
oltre il corpo. L’uomo è magia. L’intelletto è limitante. L’astrologo
“archivista” è mancante di magia. Non possiede la follia della sensibilità…non dipinge, non salva i profughi, usa il
denaro come i mercanti, non canta, mangia le galline, non piange - e i
simboli gli voltano le spalle.
Il mago, il vero mago, è folle.