Cercare conferme
Mi soffermo un attimo sulla descrizione delle case
astrologiche, nate dal presupposto che l’orbita di 360 gradi della Terra
intorno al Sole fosse divisibile in dodici sezioni di trenta gradi ciascuna, avente come origine il punto dell’equinozio di primavera, il 21 Marzo. In quel
momento dell’anno avviene il “risveglio” della Terra e quindi, porre l’inizio
delle dodici sezioni proprio lì, ha un senso logico condivisibile. Ad ognuna di
queste porzioni di 30 gradi sono state attribuite “caratteristiche”
particolari, congruenti alla qualità climatica, vegetativa e alla quantità di
luce tipiche del periodo/mese di riferimento.
Quindi, un
Leone splendente e
pieno di vitalità ben venga ad Agosto e uno
Scorpione sensibile, nero e
scrutatore degli abissi, è ben collocato a Novembre.
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Fin qui son tutti d’accordo, gli approfondimenti sono
doverosi, ma il senso è stato chiaramente espresso.
Il punto focale è
come mai ci siano dodici porzioni, dodici
energie, e non ventiquattro, per esempio, otto, o trentasei, o sei ecc…tutti
“numeri” divisibili per 360 (il totale dei gradi dell’orbita della Terra).
Il dodici non ha riscontri evidenti in natura, come il
dieci per esempio, o come tutta una serie di numeri esoterici più o meno
caratterizzati: il
tre, il sette, il quattro e così via. Dunque, come mai
dodici porzioni?
Alcuni ipotizzano che le costellazioni a perimetro della
nostra circonferenza virtuale (l’orbita) sono dodici - ma il dato è tutt'altro
che matematico o tangibile: è archetipico. In realtà molti sostengono la
presenza di altre costellazioni lungo l’orbita terrestre, tanto da inserirle
nei loro Oroscopi (Ofiuco…Serpentario).
L’evidenza spiega inoltre come, oltre alla presenza di altri ammassi stellari,
ci siano alcune delle costellazioni principali che si sviluppano sopra o sotto il
piano immaginario della circonferenza tracciata dalla Terra. Alcune sono più
grandi, altre più piccole.
Insomma questo dodici è poco chiaro, dal mio punto di vista.
Di certo c’è qualcos'altro che lo giustifica. In quanto confermo la mia predisposizione ad accettare il dato come
“archetipico”: esatto per emanazione diretta della nostra coscienza, anche
se “inspiegato” a causa dei limiti e della lentezza della materia/umana (il grezzo
da mondare).
Non dimentichiamo che nella mitologia e nelle religioni il
“dodici” è un numero determinante - in analogia perfetta con i Segni Zodiacali.
Ma, nonostante ciò, il perché rimane
“nebuloso”.
Anche considerare i cicli della
Luna, che per circa dodici
volte compie il suo giro intorno alla
Terra, da un equinozio al suo
ricongiungimento, sembra forzata. Il numero dei giorni non sono precisi,
difettano e, d'altronde, l'anno dovrebbe essere considerato e suddiviso coi
tempi propri della Luna, invece i tempi li detta il
Sole attraversando virtualmente
le famose dodici costellazioni che cinturano la volta celeste (anche se oggi
sappiamo che dodici non sono!).
È anche evidente che se il dato "dodici" è esatto in Archetipo, molte saranno le “coincidenze” manifeste.
Ma, la coincidenza - che è
meglio definire “eco frattale”
dell’archetipo - non è il dato in sé stesso, è solo una conseguenza del
“dato archetipico”: vero in quanto
vero.