LA REGIONE DEGLI ARCHETIPI

" Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico".

C.G. JUNG

venerdì 18 settembre 2015

Quel tre che meraviglia!

Quel tre che meraviglia!

Che precisione simbolica! Quattro punti importanti, equinozi e solstizi, e tre immagini proiettate durante il percorso, da un punto al successivo.

90 Gradi che esprimono tre immagini inscrivibili in tre porzioni di 30 gradi. Un dato che ha di certo colto l’interesse dei primi osservatori - quelli che usavano la percezione e non gli occhi. Una tale “coincidenza” non può che essere archetipica: vera in quanto vera.


I tre traguardi che dividono ogni impresa sono disegnati nel cielo perché servono a Dio per creare. È un Archetipo: vero in quanto vero. La Cabala esprime perfettamente tali simbologie. Ma studiare tutti i testi di Cabala vuol dire vivere tre vite a leggere libri.

Intuite, dunque, percepite. Accogliete lo sposo in qualunque momento arrivi.


Le analogie con Giove e le dodici forze si debbono arricchire doverosamente col concetto di tre. Le tre cornici.
Concetto da associare allo sviluppo e maturazione di ogni cosa percepibile. Vi ricordo semplicemente tutti i riferimenti possibili alle Trinità religiose, o ai segni zodiacali - per restare in tema astrologico: cardinale, fisso, mobile; vibrazione, spazio, progetto. Ed è la perfezione dell’Archetipo - tassello di Dio - che emana tre simboli enormi (costellazioni) per ognuno dei quattro passi della Terra. Così, come nel cielo del Padre/Giove, anche qui nella nostra Terra l’energia nasce, diviene e si trasforma. In tre momenti si dà inizio e compimento al percepibile; il quarto - il momento della materia divinizzata - siamo noi.
Ma questo è un altro discorso. Lo approfondiremo quando parleremo di dualità e di mondo delle emanazioni, o creazioni o formazioni o materiale o due, tre, sei, dieci...

Vi lascio solo immaginare quel sei associato all'idea di dualità a cosa possa portare…sei…dualità… dodici!…e noi siamo il settimo asse
Ma come ho già detto all'inizio del blog, allenare la mente alla visualizzazione aiuterà a capire e assimilare i concetti successivi. Per il momento consiglio di valutare le mie idee e sperimentarle. Successivamente questi post sembreranno meno ardui e più semplicemente descrittivi. 


Concludo affermando che una mente vecchia ha motivo e ragione di evitarne la sperimentazione. Solo chi cerca dispone della giusta qualità. Chi ha già trovato tutto, per mero calcolo nozionistico dettato dalle culture arcaiche, è destinato a continuare a vedere “l’esilio” in dodicesima casa … Esilio: ma in esilio, oggi, ma chi ci va più? Diteglielo agli Astrologi. Oggi, l’esilio, è diventato il momento in cui ci guardiamo negli occhi. Un momento di svuotamento per rigenerare il dono ricevuto. Oggi l’esilio della dodicesima è il momento perfetto per tirarsi fuori dal guscio grezzo che ci limita. 
Se non assorbiremo le meccaniche celesti disegnate per noi andremo in “esilio”; perché ci guarderemo in faccia e ci affronteremo, per andare oltre la staticità che ci illude, per assolvere il compito manifestando il desiderio originale che ci ha concepiti
Nessun re che viene spodestato o usurpato, nessuna prigionia; è solo la nostra storia che si manifesta. E lì, in dodicesima, c’è l’arte di adeguare la nostra personalità al mondo. E se in sesta casa ci sono le aspirazioni a cui tende il nostro percorso di vita e le tecniche di guerra che useremo, in dodicesima ci sarà la manifestazione del frutto delle nostre aspirazioni  (vita reale) che si adeguano all'Universo intero,  per grazia di esperienza .